La mia fotografia è in fermento. Sono entrato nella periodica fase di ricerca, di sperimentazione, di fermento di concentrazione, di studio, … goduria. Si di goduria, perché queste sono le fasi che più amo, le fasi in cui metti a fuoco e mentre lo fai cresci, apprendi, limi, smussi … una fase di finitura, ma contemporaneamente una fase di “costruzione”. Idee che si accavallano, sinapsi che si accendono, pellicole intere che si srotolano e finalmente si mostrano. Voglia di fare, voglia di condividere, voglia di confrontarsi. Nuove idee, nuove visioni, nuovi modi di fare le stesse cose ma con risultati leggermente diversi. Si, perché la fotografia è lo specchio del fotografo e il fotografo è una persona, una persona che cambia, che muta, che fa delle scelte e compie delle azioni. Chi non cambia è statico, io mi sento Rock&Roll (hahahah).
Ma concretamente cosa faccio in queste fasi? Beh quello che sto facendo è lavorare su me stesso, sulla mia visione. Attraverso la pratica ovviamente, come sempre, attraverso la curiosità e attraverso l’autocritica. Una cosa che faccio quando sono in questa fase è smettere di guardare quello che fanno gli altri. Non per snobismo, ma perché, come tutte le persone curiose, sono anche influenzabile. Quindi stacco la spina e mi concentro solo ed esclusivamente sul mio lavoro. Cerco di confrontarlo con me stesso, con i miei sentimenti e con le mie sensazioni e non come inevitabilmente si è tentati di fare quando si ha abbondanza di input. Nel frattempo cerco ispirazione in tutto fuorché nella fotografia. Anche nelle barzellette se ne vale la pena. Ed è proprio da una barzelletta che mi è venuta un’idea che potrebbe trasformarsi in un nuovo interessante progetto.
E’ ancora tutto un po’ sfuocato, ma la dietro c’è qualcosa di interessante di sicuro.
Stay tuned.