Non ho mai amato i concorsi fotografici. L’idea di competere in qualche modo con altri fotografi non mi ha mai convinto. Non è che non ami confrontarmi con altri fotografi, anzi, per me la fotografia ha senso solo se è condivisa. Che sia attraverso un social network, il proprio sito o sfogliando un album tra amici, la fotografia ha senso solo se viene condivisa. Non saprei bene dire per quale motivo, ma i concorsi fotografici non mi sono mai piaciuti. Ma questa volta è stato diverso. A Romano di Lombardia, città in cui vivo, si festeggiano quest’anno i 50 anni di Romano città, con una serie di iniziative, interessanti e meno. Una delle iniziative più interessanti, anzi, la più interessante, è il primo concorso fotografico Città di Romano. Il tema, neanche a dirlo, era la città di Romano. Tema difficile per un Romanese, forse più che per un fotografo di qualche altra città. Io sono uno di quelli che pensa che le iniziative e le occasioni che favoriscono la diffusione della cultura dell’immagine, soprattutto quella fotografica, non sono mai abbastanza. La fotografia è un linguaggio universale, immediato, semplice e a volte rivela aspetti della vita, dei luoghi e delle persone, che diversamente sarebbero assai difficili da notare. La fotografia è importante, non solo per noi che la amiamo e la viviamo quotidianamente. Questa è principalmente la ragione per la quale, quando Roberto mi ha invitato a partecipare alla giuria del concorso fotografico ho accettato senza pensarci tanto. E’ stata ancora una volta una esperienza che mi ha arricchito e per questo ringrazio Roberto.
Ma veniamo a noi. Mi ha stupito favorevolmente il numero di partecipanti e conseguentemente il numero di fotografie che sono arrivate per la selezione. Circa 150 immagini. Per una città in cui non esiste nemmeno un circolo fotografico ( e questo è un messaggio subliminale per Roberto) è davvero un bel risultato. Un gran successo !
Non perdetevi la mostra fotografica che raccoglierà le opere in una ricca esposizione. Il mese di Dicembre, ovviamente a Romano. Restate sintonizzati per i dettagli.
Grazie a te, Andrea, per l’apporto che hai dato alla giuria e alla qualità dei tuoi interventi. a presto!
ps: se non l’avete capito, qualcuno sta iniziando a parlare di circolo fotografico..
Credo che ci siano molte persone a cui l’idea del circolo fotografico suona bene. Lo dimostra la partecipazione al concorso e anche l’interesse suscitato dalle nostre “passeggiate fotografiche” o, come dicono quelli veri, i nostri photowalk. A proposito, rimanete tutti sintonizzati perchè prima di Natale ne organizzo un’altra.
Condivido in pieno l’articolo! Si sente la mancanza di un circolo fotografico…
Per quanto riguarda i concorsi, non partecipo spesso, primo perché non mi sento mai all’altezza e secondo per i motivi che tu stesso hai citato. Se lo faccio é per due motivi: il primo é la tematica, se mi affascina mi faccio prendere (inoltre trovo che prodigarsi in tematiche lontane dal nostro standard quotidiano di fotografi ci facciano crescere “fotograficamente” spingendoci a sperimentare cose nuove)…e poi (non lo nascondo) per i premi perché per chi come me é fotoamatore, vincere un premio ad un concorso é anche un incentivo ad aggiornare l’attrezzatura che in fotografia non ha sempre prezzi accessibili a tutti (soprattutto se uno non lo fa per lavoro).
Per Romano peró non ci ho pensato due volte a partecipare!
Ciao Simone e grazie per aver lasciato un contributo e per aver partecipato al concorso fotografico.
Sono d’accordo con te, la fotografia è un hobby caro, anche se devo dire che troppo spesso si sta ad inseguire l’ultimo gadget fotografico, l’ultimo modello di fotocamera di questa o quella marca. In realtà, come in più occasioni ho sostenuto, l’attrezzatura che utilizziamo è solo uno strumento, un tool; quello che conta veramente è avere delle idee e svilupparle, raccontare delle storie attraverso le proprie immagini, usare davvero la fotografia come un linguaggio. Io ho collaborato tanto tempo con un fotografo che utilizzava la stessa attrezzatura per anni e ti assicuro che comunque le immagini che creava erano davvero delle piccole grandi storie e l’insegnamento più grande che mi ha dato si può riassumere in una frase che spesso mi è capitato di pronunciare durante corsi, workshop o rispondendo alle domante di appassionati di fotografia che mi chiedevano consigli : “non è il pennello … è il manico”.
sottoscrivo..esattamente come per le auto da corsa, è il manico..a presto!
anche io sono convinto che è questione di manico! Anche perchè se uno non è capace a guidare anche con una ferrari non andrà mai da nessuna parte…solo che a volte hai in mente una foto e pensi cavolo mi servirebbe un bel teleobiettivo per quell’effetto, oppure ti perdi l’attimo mentre l’autofocus sta ancora andando a zonzo per chissà quali strade! La tecnologia non è essenziale, e infatti non condivido mai la corsa all’ ultimo gadet, però a volte fa davvero comodo! IMHO ovviamente!