Arno Raffael Minkkinen è un fotografo molto particolare. Le sue fotografie, per la maggior parte autoritratti, sono molto particolari ed immediatamente riconoscibili. Nelle sue fotografie Minkkinen usa se stesso o parti di se stesso per costruire una parte del contesto in cui si fotografa. Il suo corpo diventa una roccia, il ramo di una pianta, una collina, una capanna. Un linguaggio fotografico decisamente originale e complesso.
ESERCITAZIONE: Scattare una foto nello stile di Arno Rafael Minkkinen
FORMATO: Bianco e nero. jpeg 1000 px lato maggiore.
Esercitazione impegnativa sotto tutti i punti di vista e quando dico tutti intendo proprio tutti. Tecnicamente; in questo caso la composizione è particolarmente difficile, soprattutto perché l’immagine va composta senza soggetto o senza una parte del soggetto e quindi bisogna usare l’immaginazione. L’immagine va composta perfettamente nella testa prima che nel mirino. Fisicamente ; credetemi e provate per credere, assumere certe posizioni richiede uno sforzo contorsionisti non indifferente.
Ecco i miei risultati.
L’idea dietro a questa fotografia era di costruire con i corpi di mia moglie e il mio una sorta di caverna, per dare l’idea della protezione, ma anche dell’unione, della famiglia. La posizione di Anna è stata scelta leggermente arretrata proprio per dare l’idea che fosse dentro a una grotta o qualcosa del genere. Il suo atteggiamento nello stesso tempo sottende il rischio che l’eccessiva protezione possa generare una sorta di prigionia e la conseguente noia nella non libertà di esprimere completamente se stessi. La foto rappresenta secondo me la più grande difficoltà nell’essere genitori; la difficoltà nel trovare sempre un equilibrio tra l’educare e il lasciare crescere.
Di seguito un paio di prove simpatiche … giusto per sdrammatizzare e non prendersi troppo sul serio
Ecco un’interessante intervista di Minkkinen (in inglese)
Begli esperimenti!
Ribadisco quanto ti ho già detto : GSFP è stato il miglior investimento fotografico di sempre.