Mi piace pensare alla fotografia divisa in tre fasi distinte, senza una delle quali la fotografia stessa perde il suo valore. Per me la fotografia è composta da:
+ scattare
Scattare una fotografia significa osservare, cogliere un istante, sentirlo, viverlo, interpretarlo. Lo scattare la fotografia passa attraverso un processo in parte emotivo e in parte cognitivo. I due processi sono legati indissolubilmente tra di loro e uno senza l’altro non può esistere. Il processo emotivo è la sensazione che mi permette di intuire una situazione, interpretarla e rinchiuderla in un’immagine, in un frame. Il processo cognitivo interpreta le sensazioni e permette attraverso la tecnica fotografica di renderla più vicina alla sensibilità del fotografo. Possiamo riassumere in “visione”, “elaborazione” e “scatto”. La fase di visione è la fase in cui entrano in gioco la sensibilità individuale, la capacità di vedere e di cogliere l’immagine significativa. La fase di elaborazione è la fase in cui l’aspetto emotivo interagisce con quello cognitivo, è il momento in cui prima mentalmente e poi dentro al mirino, viene composta l’immagine. Infine lo scatto, momento in cui in modo automatico entrano in gioco le conoscenze tecniche che permettono di eseguire tecnicamente lo scatto.
+ processare
Nella fase di processo o post produzione affino attraverso la tecnica e correggo quelle parti dell’immagine che tecnicamente non ho potuto rendere come avrei voluto in fase di scatto. La mia post produzione si riduce spesso ad una correzine dei parametri basilari. Temperatura, contrasto,maschera di contrasto e saturazione.
+ condivisione
Foto grafia; scrittura con la luce. Scrivere delle storie con la luce. E se scrivi una storia e non la racconti a nessuno non ha molto senso. La condivisione oggi è davvero semplice, con un paio di click la tua storia è on line. Si, è vero, uno può anche scrivere un racconto e leggerlo ad alta voce a se stesso davanti allo specchio in bagno la sera prima di andare a dormire. Io mi sentirei un po’ scemo. Alla stessa stregua trovo “ridicolo” fare fotografie e guardarle davanti al proprio laptop senza che nessuno le possa vedere e sentire la tua storia.
Completamente d’accordo! bel post! 🙂